Scalare una via in dolomiti, un sogno che si può realizzare
La salita alla vetta più alta delle Dolomiti riserva le emozioni dell’alta quota. Sia che si salga per la ferrata della cresta ovest sia per la normale lungo il ghiaccio nord, l’itinerario richiede l’impiego di tutte le tecniche alpinistiche. Uso dei ramponi, della piccozza e passaggi su roccia sono l’essenza della salita. Il tutto senza mai diventare estrema.
Salita al Castore lungo la bellissima e panoramica via normale.
Salita alpinistica al Polluce e al Castore con traversata ovest est
Salita alla Punta Gnifetti in vecchio stile, con partenza da Gressoney, a piedi. Un viaggio unico attraverso il mutare del paesaggio alpino. Dai boschi di conifere ai ghiacciai
La salita all’Ortles presente tutte le caratteristiche delle vie importanti in alta quota senza mai diventare “estrema”. L’itinerario propone terreno esposto, passaggi su roccia e il magnifico ghiacciaio sommitale.
Per salire il Gran Paradiso si perte dal fondovalle, senza l’uso di impianti di risalita. in due giorni si salgono 2200 mt. di dislivello. Un ritmo lento è d’obbligo per conservare l’energie. L’accoglienza al rifugio Chabod è di gran classe. Potrei affermare che la salita sia un elogio alla lentezza. La gita, adatta anche ad alpinisti debuttanti benché ben allenati, si svolge su dolci ghiacciai con un ultimo breve tratto tecnico su rocce.
Una proposta “no big” articolata in 3 giornate per salire le bellissime Torri del Vajolet.
Weissmes cresta sud est